Centro contro la discriminazione delle donne disabili

Le molteplici forme di discriminazione che le donne disabili subiscono nel nostro paese rappresentano un problema grave che la LEDHA, Lega per i diritti delle persone con disabilità ha deciso di affrontare con fermezza avviando il progetto di realizzazione di un Centro di Tutela Antidiscriminatoria. L’intento è quello di far diventare il centro contro la discriminazione delle donne disabili un punto di riferimento a livello nazionale in grado sia di offrire informazioni e consulenza, sia di raccogliere segnalazioni e richieste da parte dei cittadini.

A parlarne, in questi giorni, è anche l’ultima inchiesta apparsa sul mensile “SuperAbile Magazine“, edito dall’INAIL, che sul numero di marzo denuncia come le discriminazioni che interessano le donne affette da disabilità siano ancora troppe, e illustra di quali gravose dinamiche discriminatorie le donne rimangono vittima dovendo affrontare ogni giorno il doppio delle difficoltà, proprio perché oltre ad essere disabili sono donne.
Approvata nel dicembre 2006 e ratificata da una ventina di Paesi della Ue, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità auspica che le donne non siano più vittime della “discriminazione multipla” solo per il fatto di essere donne e al tempo stesso disabili.

Sulla scorta di questo principio Luisella Bosisio Fazzi, consigliere della Ledha sottolinea come “Non bisogna credere che in Italia la condizione di vita delle donne con disabilità sia sicuramente migliore rispetto ad altri Stati, né che la povertà economica e culturale in cui sono segregate le donne disabili sia tipica dei Paesi in via di sviluppo“, e continua dicendo che “I dati ci dicono che le donne disabili trovano con più difficoltà lavoro, detenendo il più alto tasso di non impiego, spesso devono rinunciare al desiderio di maternità e vengono spesso non associate a femminilità, maternità e genitorialità; in generale, subiscono più discriminazioni rispetto ai maschi“.

Sullo stesso numero di “SuperAbile Magazine” la sociologa Laura Corradi analizza invece l’impatto degli spot sulle donne disabili sostenendo che “Sono escluse in partenza rispetto a un ideale di bellezza talmente lontano e irreale da cozzare contro la realtà della stragrande maggioranza delle donne”. La sociologa conferma inoltre come negli ultimi mesi sembri essersi registrata una parziale inversione di tendenza da parte del mercato pubblicitario, che inizia a proporre donne più“vere” per i propri spot, e conclude dicendo che l’ipotesi di una maggiore integrazione delle donne affette da disabilità anche nel mondo della pubblicità possa costituire un importante passo avanti per portare la collettività a vedere le donne disabili sotto un profilo diverso e migliore, senza più pregiudizi o discriminazioni. Non manca però di riconoscere come attualmente “ci siano battaglie più urgenti da portare avanti, come quelle per il lavoro, per l’istruzione e contro gli stereotipi dominanti”.

Chiunque gradisca approfondire l’argomento puo’ leggere l’attentissima ed esaustiva inchiesta in versione integrale scaricando il seguente pdf: SuperAbile Magazine.

Autore DisabiliNews Redazione

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