Nel Giorno della Memoria, come negli anni scorsi, voglio ricordare a tutti di come, in nome della purezza genetica della razza, proprio i disabili furono le prime vittime; il primo passo fu uccidere i bambini prima di arrivare all’eliminazione degli adulti.
“Vite indegne di essere vissute” così come venivano definite.
Aktion T4 è il nome convenzionale con cui si designa il programma nazista di eutanasia che prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap mentali (ma non fisici, se non per casi gravi).
Una complessa rete di collaboratori medici aveva l’incarico di schedare gli individui da eliminare, ricoverati in cliniche e ospedali pubblici e privati, dividendoli in tre categorie:
- I ricoverati affetti da schizofrenia e sindromi neurologiche;
- I ricoverati da più di cinque anni;
- I ricoverati nei manicomi criminali, appartenenti alle cosiddette “razze inferiori”, oppure stranieri, anche se non affetti dalle patologie suindicate.
Si stima che l’attuazione del programma T4, che proseguì anche oltre la fine ufficiale dell’operazione, ovvero il 1º settembre 1941, abbia portato all’uccisione di un totale di persone stimato intorno alle 275.000 (non di meno di 200.000 secondo altre fonti).

T4 è l’abbreviazione di “Tiergartenstrasse 4”, via e numero civico di Berlino del quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil-und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale.
Un semplice indirizzo, a ricordarci quanto l’intolleranza e l’odio verso chi è diverso da noi e dal nostro pensiero possa generare mostri orrendi.
Ma, in conclusione, la domanda che dobbiamo porci è: