Leucemia: nuova cura dall’America

Quella della leucemia, nota anche come “tumore del sangue”, è una diagnosi che inevitabilmente terrorizza, ma una speranza si apre all’orizzonte grazie alla nuova cura sperimentata in America. La storia di “Emma” (Emily Whitehead), bambina americana di sette anni, dimostra come la leucemia possa essere curata – o comunque bloccata per mesi – insegnando al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali.

È stata proprio la guarigione miracolosa di Emma, malata di leucemia linfoblastica acuta e ad un passo dalla morte, a svelare una nuova terapia per la cura del tumore del sangue: il sistema immunitario della bambina è stato il primo ad essere rieducato perché eliminasse in autonomia le cellule tumorali. Emma, infatti, apparteneva al 15 per cento di malati che non risponde alla chemioterapia tradizionale. Dopo ben due ricadute a seguito della chemio e a sette mesi dalla nuova cura messa a punto dai ricercatori del Children’s Hospital di Philadelphia non c’è più traccia della leucemia nel sangue di Emma.

In cosa consiste la nuova cura? Il trattamento prevede il prelievo di qualche milione di cellule T, ovvero un gruppo di cellule del sistema immunitario, alle quali viene insegnato, attraverso il virus Hiv disattivato, a riconoscere le cellule B. Le cellule B sono a loro volta difese in un organismo sano, ma nel caso della leucemia di Emma impazziscono, diventando maligne. Dopo essere stati “corretti” in questo modo, i linfociti T vengono nuovamente immessi nel sangue perché si moltiplichino ed individuino il tumore per eliminarlo.

Dopo essere stata sperimentata solo su pochi adulti, i ricercatori che si stanno occupando della sperimentazione sperano di arrivare a sostituire direttamente il trapianto di midollo, trattamento spesso considerato come l’ultima speranza per i malati di leucemia e che si rivela più costoso e rischioso. Stephan Grupp, uno dei ricercatori, ha spiegato che “tre settimane dopo il trattamento Emily era in remissione. Abbiamo controllato il suo midollo osseo dopo tre e sei mesi, e ancora non c’era nessun segno della malattia. Le cellule che combattono il cancro sono ancora nel suo organismo“.

Per il momento, purtroppo, la sperimentazione della nuova cura in corso sugli adulti ha restituito risultati contrastanti: nonostante i successi, alcuni pazienti sembrano non rispondere. In ogni caso non ci si perde d’animo: la multinazionaleNovartis ha deciso di investire 20 milioni di dollari su questa ricerca, sperando di estendere il trattamento ad altri tipi di tumore e portarlo a breve sul mercato.

Si tratta di un incoraggiante passo avanti nella lotta alla leucemia.

Paola Cabiaglia

Autore Paola Cabiaglia

Mi chiamo Paola e sono un'autrice. Un pensiero. Esistono giorni in cui ci si promette di fare un sacco di cose e poi non si combina niente. Oggi è uno di quelli.

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