È indubbio: determinate prassi ricorrenti all’interno del Pronto Soccorso, quali l’attesa, gli esami invasivi volti a diagnosticare le patologie e la degenza possono arrecare disagi a tutti i pazienti e, a maggior ragione, trasformarsi in grandi barriere di tipo sanitario per coloro che hanno una disabilità. Proprio per questo, già nel lontano 2000, presso l’ospedale milanese San Paoloè stato avviato il progetto DAMA, che ad oggi è attivo anche in diverse altre strutture del nostro Paese. Contattando un numero verde, i familiari hanno la possibilità di comunicare in via diretta con un personale dedicato, ricorrendo così ad un semplice consiglio telefonico o, nei casi più gravi, venendo seguito nel percorso più adeguato, che si tratti di un regime di tipo ambulatoriale, di un day hospital o di un ricovero più o meno urgente.
Il diritto a ricevere cure adeguate
Filippo Ghelma, responsabile dell’Unità operativa, ha spiegato come, fino ad oggi, siano stati presi in carico oltre 5600 pazienti con gravi disabilità e si sia riusciti a ridurre in maniera significativa tanto gli accessi al Pronto Soccorso, quanto i ricoveri non appropriati. Nicola Pannocchia, uno dei curatori della Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale, ha evidenziato poi come chi convive con una disabilità abbia bisogno di accorgimenti ad hoc, che consentano di ricevere le cure esattamente come gli altri. Pannocchia, però, non nega che in tante strutture ospedaliere italiane le barriere siano ancora eccessive.
Un coordinamento nazionale
Ghelma sostiene che, per diffondere le pratiche vincenti già in atto, si necessiti di un coordinamento a livello nazionale, che coinvolga il Ministero della Salute e promuova una rete socio-sanitaria più integrata, in modo da riuscire ad indirizzare le famiglie che lo necessitano verso le strutture che possano fornire loro ogni risposta, comprese le più complesse. Nel frattempo, in Toscana di recente è stato avviato PASS, programma che offre dei servizi decisamente utili. Grazie ad una piattaforma presente sul web, infatti, è possibile registrare le necessità delle persone con disabilità e renderle così disponibili ai sistemi informativi sanitari. In tal modo, diventa più semplice predisporre i vari accorgimenti necessari per far sì che i pazienti ricevano l’assistenza e le cure di cui hanno bisogno.