Alla fine la carta vincente non sta nell’uguaglianza ma nel riconoscere la bellezza dell’essere tutti diversi.
A prescindere dalla disabilità, il nostro patrimonio genetico ci rende tutti individui differenti. Non c’è una sola cellula che possa definirsi uguale a quella di un’altra persona. Ma mentre Madre Natura celebra la diversità, noi ne facciamo oggetto di classificazione sociale.
Il diversamente abile si trova quindi di fronte ad un’etichetta di giudizio di difficile gestione: la disabilità è di intralcio e la persona diversamente abile può aver bisogno di una gestione speciale che esula dal concetto attuale di veloce e sbrigativo.
C’è una realtà, nella città di Gallarate, che si è svincolata da questo radicatissimo modo di vivere la vita e si è reinventata a misura di tutti.
Si tratta del locale “Sapore di Piada”, nel centro storico; tutta la via San Giovanni Bosco dove si trova il ristorante è costellata da negozi con barriere architettoniche altissime, spesso comprendenti uno o più gradini d’accesso.
Davanti a “Sapore di Piada” trovo invece qualcosa di inusuale: il simbolo della carrozzina ed un campanello.
Incuriosita, suono e mi viene incontro il gestore, con un sorriso che promette bene quanto il profumo delle piadine in cottura.
“Volevo tagliare il gradino, ma quando ho chiesto al geometra mi ha risposto che non si può: è centro storico!”
Ironico: quindi si dà più valore ad un selciato di tempi andati che alla mia vita di cittadina presente?
Davanti a questo ragionamento anche i titolari della piadineria si indignano e si ingegnano.
Spiego loro della campagna sull’abbattimento della tassa sulle pedane mobili, recentemente vinta proprio grazie alla mia testardaggine ed all’aiuto prezioso dell’Amministrazione Comunale uscente ( LINK )
Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto. E’ domenica e presto significa mercoledì: mi arriva un messaggio con una foto che ritrae una fiammante pedana nuova.
Non perdo tempo: qui c’è da celebrare a suon di piadina!
Suono il campanello (sì, è una bella sensazione) ed arriva la titolare.
All’apertura di un portone laterale, davanti ai miei occhi si dipinge il paradiso: la famosa rampa ed una porta abbastanza grande da farci passare anche la carrozzina più ingombrante.
I tavolini sono tutti alti al punto di far stare con le gambe sotto al tavolo anche le mie ruote, comodamente, senza dover mangiare sporgendomi di mezzo metro.
In bagno nessun problema di accessibilità.
Il sistema di ordinazione è informatizzato (cosa che fa venire gli occhi a cuore ad un’appassionata di tecnologia come me), le pareti ospitano la mostra di un pittore locale, volano sorrisi ed i piatti sono deliziosi.
Mi fermo a chiacchierare coi gestori che mi raccontano della loro voglia di mettersi in gioco per tutte le persone, senza nessuna discriminazione:
“Ci siamo attivati per far scrivere il menù anche in Braille. Magari da normodotata non ci arrivo, ma se me lo spieghi, io imparo e mi attivo. Ascoltiamo le voci di tutti: perché mai precludersi una fetta di clientela? I primi a guadagnarci siamo proprio noi. Alla fine la carta vincente non sta tanto nell’uguaglianza, ma nel riconoscere la bellezza dell’essere tutti diversi!”
Sapore di Piada è un grande vanto per la città di Gallarate ed un locale da portare ad esempio per tutti.
Tre giorni per rendere un locale a portata di tutti non sono un grande ostacolo da valicare, mentre lo è quel rognoso gradino che impedisce il transito a chi è in sedia a rotelle.