Simone ed Eri da ieri pomeriggio sono marito e moglie. Abito bianco sobrio e delicato per lei, un piccolo fiore bianco nel taschino della giacca per lui. Tanta gioia ed emozione per entrambi, anche grazie alla parole forti e sentite di don Orfeo Cavallini, parroco del Duomo che ha celebrato un rito nuziale un po’ diverso dal solito. Si perché Simone Soria, ingegnere informatico 33 enne di Modena è affetto da una grave disabilità motoria, ma questo non gli ha impedito di trovare una persona con cui condividere tutto. “nella buona e nella cattiva sorte”, come hanno recitato Simone ed Eri Ueno, 22 anni di Tokyo, da ieri moglie di Simone.
Seduti nei primi banchi i genitori degli sposi, i testimoni e tanti amici venuti direttamente dal Giappone per partecipare alla cerimonia, scritta sul libretto sia in giapponese che in italiano. “Vi scrivo per invitarvi a questo bellissimo evento e per raccontarlo poiché il matrimonio non è cosa comune per un disabile grave: è un messaggio sociale forte che vorrei dare. Attraverso la mia esperienza vorrei dimostrare alle persone “normodotate” che un disabile può avere una vita sociale e lavorativa normale, se gli viene data la possibilità di avere un percorso scolastico e lavorativo “integrato” con gli altri” — scrive Simone in una lettera di invito.
Una giornata indimenticabile per Eri che raggiante appena uscita dalla chiesa ci ha confessato di essersi emozionata in un momento in particolare.