È possibile sentire una libertà sconfinata, il vento sulla pelle e un’adrenalina che risveglia i sensi? La riposta è positiva ed è grazie al kitesurfing che grinta e desiderio di vivere emergono.
Il kitesurfing è uno sport nato negli Anni Novanta ed è una variante del surf. Oltre alla tavola per cavalcare le onde, chi pratica il kitesurfing usa corde ultra resistenti, collegate a un acquilone (kite in inglese).
Studi scientifici hanno rilevato come questa pratica possa influenzare in modo positivo corpo e mente, combattendo ansia e depressione.
Approfondimenti
Kitesurf per disabili tra acqua e vento
L’unione con l’acqua e il vento, la sensazione della brezza marina e il ritmo delle onde sono un balsamo anche per le persone sofferenti. Adrenalina e relax, ma anche tanto altro, perché il kite surf può essere anche funzionale al benessere psicofisico della persona con disabilità che lopratica.
Si tratta di un’occasione per riscoprire il contatto con il proprio corpo, sviluppare endorfine e assaporare una soddisfazione che non ha paragoni. Ma non solo, perché una giornata di sole è in grado di influenzare l’umore in modo positivo, stimolare la produzione di vitamina D e restituire fiducia e grinta.
Genetica, sport e kitesurfing: cosa dice la scienza
Lo sport influenza profondamente la vita delle persone, come anche alcune tipologie di geni.
Alcuni rilevanti studi scientifici hanno evidenziato come alcune cellule sono soggette a cambiamenti, in risposta a sollecitazioni ambientali significative.
Cosa vuol dire? Che dobbiamo distinguere tra impronta genetica, ossia quella trasmessa dai genitori e avi, ed elementi che possono mutare. Si tratta di variazioni cosiddette epigenetiche delle cellule dell’essere umano, che avvengono con le abitudini alimentari e legate all’ambiente.
A questo proposito ricordiamo volentieri un articolo del quotidiano londinese The Times.
L’argomento del pezzo pubblicato nella rivista, di importanza mondiale, è proprio il possibile cambiamento di alcuni geni, al verificarsi di determinate condizioni.
Ed è quindi proprio lo sport una di queste variabili, con le discipline acquatiche in prima fila.
Il kitesurfing regala emozioni immense, indimenticabili e, in una parola, intense.
Il kitesurf per disabili e la terapia del vento
Proprio perché il kitesurf è considerata una delle discipline sportive maggiormente a contatto con la natura, le iniziative per i disabili non hanno tardato ad arrivare.
Dopo la pet therapy (terapia con gli animali), arriva la wind therapy (terapia del vento), grazie agli effetti benefici di risorse naturali come vento e acqua.
In Italia, alcune recenti esperienze hanno visto coinvolti ragazzi, anche in età scolare, con diversi disturbi, fisici e psichici. Grazie al lavoro di operatori interessati al benessere delle persone e al miglioramento delle condizioni di vita, i ragazzi che hanno potuto praticare sport acquatici hanno risposto positivamente.
È possibile pensare al kitesurfing come terapia alternativa?
In alcune situazioni, certamente, laddove il vento è ritenuto un elemento quasi curativo.
Una delle associazioni che si occupa con dedizione alla wind therapy è la Flying Hearts (cuori volanti).
Questa organizzazione ha sperimentato, prima in tutto il mondo, i risvolti positivi del kitesurfing su ragazzi che soffrono di disturbi psichici.
Tra questi ricordiamo ansia, depressione, attacchi di panico, ma anche patologie dello spettro autistico.
Attraverso un esclusivo camp sperimentale, che si è svolto in Sardegna, un gruppo di adolescenti ha provato l’ebbrezza di praticare uno sport a base di acqua, vento e libertà.
In una zona nota come il Paradiso del Vento, Porto Pollo in Sardegna, i professionisti dell’Ospedale Villa S. Giuliana a Verona hanno lavorato con impegno.
Il team è composto da medici specializzati ed esperti nel settore dei disturbi dell’adolescenza.
Nel camp l’esperienza sportiva si basa sul rapporto con l’acqua e con il vento, in totale sicurezza.
Cos’ha evidenziato questo esperimento particolarmente felice?
- Innanzi tutto, l’attività considerata efficace per un percorso di riabilitazione psico-sociale alternativa.
- Infatti, il kitesurfing ha consentito ai ragazzi di vivere al 100% la libertà, non solo fisica.
- La libertà significa anche lo svincolo da giudizi, sia degli altri, sia dei propri.
- Allo stesso tempo si sprigionano emozioni uniche, che alcuni ragazzi hanno accomunato a un vero e proprio senso di connessione con la natura e purificazione.
Com’è possibile volare sempre più in alto?
I camp in Sardegna e il lavoro instancabile di medici, operatori e volontari ha permesso di sperimentare un’attività unica nel suo genere.
Per consentire di ampliare il più possibile questa sfera sportiva, il supporto di sponsor e cittadini è indispensabile.
Basti pensare che realizzare un kitesurf per disabili necessita di molte risorse.
In questo caso, grazie alle donazioni di alcuni famosi brand nel settore della moda è stato possibile personalizzare 6 kites.
Ma l’intraprendenza degli organizzatori dell’evento non finisce qui, perché i kites in versione unica sono stati messi all’asta su un portale online chiamato CharityStars.
Il sito è specializzato nella vendita in rete di oggetti ed esperienze, a scopo benefico.
Per questo, chiunque desiderasse contribuire a questo nobile progetto può cliccare sul sito e fare la sua parte.
La sensazione che se ne ricava è di autentico benessere: non c’è niente di meglio che essere parte di qualcosa di magico e grandioso.
Eventi kitesurf disabili
Alcuni eventi appena nati fanno germogliare un profondo entusiasmo per il kitesurf per disabili e le infinite possibilità di questo sport.
Al Lago di Garda si è svolto, nell’ultima settimana di giugno, il primo evento sponsorizzato dal World Sailing, la Federazione Mondiale della Vela. L’obiettivo era quello di promuovere il kitesurfing presso un ampio segmento di sportivi e far crescere la disciplina tra gli atleti disabili.
Non è certo un mistero che, negli ultimi anni, fare surf con il kite è un’attività promossa a disciplina olimpica.
La buona notizia è che il primo step è previsto ai Giochi Olimpici del 2024, a Parigi.
L’evento ha visto coinvolti, in quattro giorni intensi e indimenticabili, tecnici, coach e atleti, con un livello di ottimismo e adrenalina al di sopra di ogni immaginazione.
Sorrisi in grande quantità, senso di appartenenza e prove in acqua, con una rogata conclusiva.
Il passaggio successivo sarà il coinvolgimento dei kitesurfer di tutto il mondo, in vista dei Giochi Paralimpici di Los Angeles, previsti per il 2028.