Il paraciclismo è la versione per disabili della del classico sport del ciclismo; un’attività che ha visto come primi protagonisti i non vedenti, che già nel 1988 alle Paralimpiadi di Seul gareggiano in tandem.
Approfondimenti
Paraciclismo: una disciplina paralimpica
Nel 1996 questo sport aprì le porte a portatori di ogni tipo di disabilità fisico, classificando i concorrenti per livello e tipologia di handicap. Tutte le regole sono a cura della UCI (Unione Ciclistica Internazionale) ed in Italia dalla FCI (Federazione Ciclistica Italiana).
Discipline delle gare di paraciclismo:
- lo sprint
- l’inseguimento
- il cronometro 1000 metri
- le gare su strada
- il cronometro
La Classificazione del paraciclismo
La classificazione avviene a seguito di regolari controlli da parte dei classificatori. Hanno lo scopo di garantire coerenza ed equità, concedendo agli atleti la possibilità di partecipare a gare che siano basate sulla tecnica, sulla preparazione e idoneità fisica.
Ci sono 12 classificazioni per gli uomini e 12 classificazioni per le donne.
- Gli handbikers sono classificati da H1 a H5.
- I ciclisti H1 sono più gravemente colpiti dalla loro disabilità nello sport
- Gli atleti H5 hanno il più basso livello di perdita funzionale
- Gli handbikers H5 hanno la possibilità di inginocchiarsi, e quindi hanno il contributo della muscolatura del tronco
- Gli atleti H1-H4 sono in posizione completamente reclinata
- I tricicli sono classificati come T1 o T2 dove i T1 hanno maggiore disabilità dei T2
- Gli atleti non vedenti o ipovedenti competono su Tandem con un pilota vedente
- Gli atleti che utilizzano le normali biciclette sono suddivisi in categorie da C1 a C5
- I ciclisti C1 hanno il maggior livello di disabilità
- I livelli vanno fino al C5 che corrisponde al valore minimo con il minimo valore.
Suddivisioni del paraciclismo
- Handbike con 5 sotto-categorie (H1, H2, H3, H4, H5)
- Tandem (non/ipo vedente + pilota) (B)
- Tricicli con 2 sotto-categorie (T1-T2)
- Le bici normali (superiore e / o invalidità inferiore del corpo, amputazione, paralisi cerebrale) / con 5 sotto-categorie (C1, C2, C3, C4, C5)
Atleti del paraciclismo con handicap motori
Uomini e donne gareggiano insieme ed a parità di handicap alla donna viene assegnata una categoria inferiore.
LC1 – atleti con handicap minori
LC2 – atleti con un handicap ad un solo arto inferiore che riescono a pedalare con entrambe le gambe, con o senza protesi
LC3 – atleti che pedalano con una sola gamba
LC4 – atleti con handicap ad entrambe le gambe
Atleti del paraciclismo con problemi funzionali
Questi atleti (paraplegici, tetraplegici, quadriplegici) corrono su handbike sono suddividi in due categorie di handicap dove gli uomini e le donne gareggiano separatamente.
HC1 ed HC2 – atleti paraplegici, tetraplegici, quadriplegici, persone con disabilità nell’uso di braccia e mani, gareggiano in posizione reclinata
HC3 ed HC4 – paraplegici o amputati in entrambe le gambe con una totale stabilità del tronco, partecipano in posizione reclinata
HC5 – atleti con un più basso livello di perdita funzionale che hanno la possibilità di inginocchiarsi e hanno quindi il contributo del tronco.
Atleti non vedenti nel paraciclismo
Competono in tandem con un pilota vedente non professionista, sia su strada che su pista.
B1 – non vedenti
B2 – ipovedenti con acutezza visiva massima di 6/24 e/o un campo visivo inferiore a 5 gradi;
B3 – ipovedenti con acutezza visiva compresa tra 2/60 e 6/12 e/o un campo visivo compreso tra 5 e 20 gradi.
Atleti con paralisi cerebrale del paraciclismo
Corrono su triclicli o biciclette a tre ruote a seconda della categoria, dove uomini e donne gareggiano insieme.
CP1 – atleti con handicap gravi che corrono su tricicli
CP2 – atleti che possono scegliere se usare il tricliclo
CP3 – atleti che scelgono di correre su bicicletta
CP4 – atleti con handicap minimi che gareggiano su biciclette normali
I grandi campioni del para ciclismo italiano
La disabilità è senza dubbio una situazione che può mettere in difficoltà nella vita di tutti i giorni nel rapporto con gli altri. Ma è anche una nuova sfida, una possibilità di rivincita nei confronti della vita che toglie si, ma offre anche nuove possibilità.
Nel paraciclismo abbiamo alcuni grandi esempi di rivincita nei confronti delle difficoltà che la vita ha voluto mettere loro davanti: Alex Zanardi, Francesca Porcellato, Vittorio Podestà e Luca Mazzone.
Alex Zanardi: “io la vita me la prendo”
Alex Zanardi è considerato una vera e propria icona sportiva a tutto tondo. Passato da correre con le Formula 1 e con i kart, si è cimentato anche nella formula 3000, nel mondiale turismo. Ma un fatidico incidente ha stravolto la sua vita e la sua carriera.
Alex Zanardi non si è demoralizzato, continuando a guidare nel campionato GT3 con una vettura adattata, ma soprattutto togliendosi le migliori soddisfazioni come atleta paralimpico, portando a casa ben quattro ori olimpici e due argenti, oltre a innumerevoli titoli mondiali.
Dobbiamo molto alla sua personalità e al suo carisma, che ha permesso di dare una grande visibilità e permettere una sensibilizzazione globale al tema della disabilità. Approfittiamo di questo spazio per augurare ad Alex Zanardi una pronta guarigione.
Francesca Porcellato: la “Rossa Volante”
Francesca Porcellato, nata a Castelfranco Veneto il 5 settembre 1970, ha incontrato la disabilità già a 18 mesi, quando per un incidente ha perso l’uso degli arti inferiori. Fin da piccola aveva cercato di competere con la sua carrozzina. Il suo carattere vulcanico l’ha spinta già a 16 anni a competere in varie discipline quali lo sci, l’atletica e il ciclismo.
Anche per lei i risultati non tardano ad arrivare, con il culmine raggiunto grazie a diverse medaglie conquistate nei giochi paralimpici, nei Mondiali e negli Europei di specialità. Ci sarà un motivo del perché viene soprannominata la “Rossa Volante” no?
Un’atleta a tutto tondo, sempre pronta a reinventarsi e ad affrontare nuove sfide, come dimostrato dalla sua carriera a dir poco camaleontica dati i suoi trascorsi vincenti tra tre discipline che volendo guardare non hanno molto in comune l’una dall’altra, ma che l’hanno vista sempre portare a casa risultati di prestigio.
Vittorio Podestà: campione nello sport e nella vita
Come per gli atleti sopra citati, anche la vita di Vittorio Podestà subisce un cambio di rotta improvviso a seguito di un incidente, con conseguente lesione midollare. Di certo la voglia di vivere e di mettersi alla prova non è mai mancata, e così inizia a cimentarsi nel paraciclismo utilizzando una handbike a partire dal 2003.
Passa poco tempo prima che si vedano i primi risultati importanti: già nel 2005 ottiene il suo primo titolo italiano nella specialità a cronometro. Sempre nello stesso anno avviene il suo debutto con la maglia della nazionale. Il sigillo a livello mondiale arriverà da li a poco, nel 2007 a Bordeaux.
Per quanto riguarda i giochi olimpici, il medagliere si presenta ricco, grazie alle due medaglie d’oro, due d’argento e sempre due di bronzo conquistate tra le varie partecipazioni negli eventi di Pechino 2008, Londra 2012 e Rio del 2016. Da segnalare che uno dei due ori di Rio è stato conquistato nella staffetta con Alex Zanardi e Luca Mazzone.
Luca Mazzone: lo sport come ragione di vita
Ed è proprio quest’ultimo un ulteriore esempio di grande campione italiano del paraciclismo che vale la pena menzionare.
Luca Mazzone è un classe ’71. La sua carriera sportiva inizia come body builder, pugile e calciatore in gioventù. Dopo un tuffo in quel di Giovinazzo, urta contro uno scoglio subendo una lesione midollare. Grazie alla sua attitudine allo sport, decide di dedicarsi al nuoto paralimpico prima e successivamente scopre l’handbike (esattamente nel 2011).
Nel suo palmarès di questa disciplina figurano tre ori mondiali su strada consecutivi rispettivamente nelle annate 2013, 2014 e 2015, oltre a contare tre ori olimpici e tre argenti. Basti pensare che di ori nei campionati del mondo di disciplina ne ha ottenuti ben 15 e tre argenti per capire la passione che lo spinge ogni giorno.
Il Giro HandBike dal 2010 punto di riferimento per atleti e appassionati
La disabilità motoria pone l’individuo davanti a due strade ben distinte:
- quella che lo porta a credere che tutto sia finito e che la vita non abbia senso
- quella che lo conduce a una riscoperta di se stesso e delle tante possibilità che la società odierna ha da offrire a chi si trova in queste condizioni.
Quest’ultimo punto è lo spirito che accompagna, da anni, uno degli eventi di riferimento del ciclismo Paralimpico in Italia, il Giro Handbike, che rappresenta l’unica manifestazione a tappe per paralimpici in Europa.
Come nasce il Giro Handbike
Il Giro Hand bike prende vita grazie all’idea e alla passione di Andrea Leoni che ha saputo porre le basi per la creazione di un circuito di gare alla pari di un evento a livello nazionale; grazie a questo percorso, infatti, gli atleti hanno avuto la possibilità di mettersi in gioco a livello professionistico, arrivando a gareggiare per ottenere la tanto desiderata maglia rosa.
Questa manifestazione, infatti, può essere considerata come la versione paralimpica del Giro d’Italia e si è affermata a tal punto da essere considerata come la più importante e pubblicizzata corsa a tappe di questa disciplina sportiva, su tutto il suolo nazionale.
La prima edizione risale al 2010 e da allora diverse sono state le manifestazioni che hanno portato questo evento a crescere e farsi riconoscere sempre più da tutta Italia ed Europa, diventando punto di riferimento per atleti e appassionati di questa disciplina sportiva.
La missione del Giro Handbike
La disciplina sportiva promossa dal Giro Handbike ha il merito di aver creato una rete di socializzazione molto intensa, il cui insegnamento è affidato a veri tecnici competenti e professionali che hanno reso questa realtà sempre più solida e concreta nel corso degli anni.
La missione del Giro Handbike è proprio quella di dare un obiettivo concreto a gli atleti disabili che vogliono avere l’occasione di migliorare la loro qualità di vita, inserendosi a pieno nel tessuto sociale.
La SEO, Società Organizzatrice del Giro Handbike, rappresenta un’associazione sportiva che ha avuto il merito, in questi anni, di diffondere e promuovere il ciclismo, garantendo l’organizzazione di gare e attività ciclistiche generiche.
Gli operatori professionisti che vi lavorano sono fieri volontari che dedicano il loro prezioso tempo alla formazione e all’organizzazione di questo importantissimo evento di fama europea.
A chi è rivolto il Giro Handbike
La gara organizzata dal Giro Handbike è rivolta a entrambi i sessi e la classifica è determinata in base al genere, piazzamento ma anche dai punteggi che si ottengono in base all’handicap.
La manifestazione include anche una sezione per le categorie giovanili, precisamente per gli under 16 e under 14.
Ogni gara è pensata in base alle varie tipologie di disabilità, che determinerà la lunghezza del percorso unitamente alle sue caratteristiche specifiche.
Il Giro Handbike, dunque, propone una realtà solida e qualificata, grazie a cui ogni individuo soggetto a disabilità e che abbia maturato amore e passione per il ciclismo paralimpico, avrà la possibilità di mettersi in gioco in maniera professionale e con i giusti premi riconosciuti a livello Nazionale.
Libri sul Paraciclismo per disabili
- Volevo solo pedalare ma sono inciampato in una seconda vita – Alex Zanardi
- Paralimpici. Lo sport per disabili: storie, discipline, personaggi – Claudio Arrigoni
- Rinati per vincere. Storie di campioni ugualmente abili – Giampiero Spirito, Rocco Crimi
I modelli di Bici per disabili, tricicli ed Handbike
Nel nostro catalogo ausili potete consultare diverse soluzioni per rendere ritrovare l’autonomia con Bici per disabili, tricicli ed Handbike. Consulta le schede prodotto, compilando l’apposito modulo, potete contattare direttamente i produttori / distributori per richiedere una consulenza gratuita e/o pianificare una prova della vostra nuova bicicletta.
- Bici per trasporto disabili
- Handbike per disabili
- Tandem per disabili
- Triciclo adulti disabili ed anziani
- Triciclo per bambini disabili
Handbike per disabili
Tricicli per adulti
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Salve sono un plesso leso da poco ho ripreso ad andare in bici sapete se esiste un tutore o qualcosa per bloccare la mano al manubrio grazie
salve,
purtroppo e’ molto difficile trovare in commercio un ausilio cosi specifico. Quello che le posso consigliare e’ di cercare una semplice soluzione casalinga. Oppure rivolgersi a qualche officina ortopedica.
Un abbraccio
Alessio
Ciao, ho lo stesso problema anch’io, hai trovato una soluzione?