Paralimpiadi: giochi paralimpici per disabili

Paralimpiadi per disabili

Destinazione Parigi: dopo Tokyo le Paralimpiadi tornano in Europa e la capitale francese è in fermento per accogliere l’evento. Sarà la sessantaduesima edizione della manifestazione. L’appuntamento è fissato per il 28 agosto, in una delle città più belle del mondo.

Origine e storia delle Paralimpiadi estive ed invernali

Le paralimpiadi originano dagli Stoke Mandeville Games, un evento che si tenne per la prima volta in Gran Bretagna nel 1948, in concomitanza con le Olimpiadi di Londra in cui si riuniva 16 atleti, donne e uomini, tra cui alcuni veterani della seconda guerra mondiale. La competizione era rivolta solo agli atleti con disabilità fisiche in sedia a rotelle.

Il nome deriva da quello dell’ospedale militare Stoke Mandeville, a nord di Londra, dove un medico neurologo, Sir Ludwig Guttmann, responsabile dell’unità per le lesioni del midollo spinale, lavorava alla ricerca di un metodo per accelerare la guarigione dei suoi pazienti paraplegici, tutti reduci dalla seconda guerra mondiale.

Fu lui a creare la versione primordiale dell’evento sportivo delle paraolimpiadi e si tenne proprio negli stessi giorni in cui si svolgevano i giochi olimpici a Londra.

I primi Giochi Paralimpici veri e propri si tennero nel 1960 a Roma, sotto il nome di 9th Stoke Mandeville Games, con 400 atleti provenienti da 23 nazioni.

Dopo diverse edizioni si espansero i agli sport invernali a partire dalle paralimpiadi invernali del 1976. Questa edizione segnò una vera e propria rivoluzione: i giochi paralimpici, infatti, destinati fino ad allora solo ai diversamente abili in sedia a rotelle, si aprirono ad altre forme di disabilità (amputazione, disabilità visive).

Cosa sono le Paralimpiadi

Il termine paralimpico è composto dal prefisso para, che in greco significa accanto a. Ciò significa che i giochi paraolimpici esistono insieme ai giochi olimpici. Il termine, dunque, si riferisce alla loro corsa in parallelo con le olimpiadi e non a un handicap.

Le paralimpiadi comprendono una serie di gare destinate ad atleti diversamente abili: dal 1988, si svolgono nella stessa città e nelle stesse strutture dei giochi olimpici. Le paralimpiadi si tengono sempre circa due settimane dopo le olimpiadi.

Il simbolo degli sport paraolimpici non è lo stesso di quello delle olimpiadi: invece degli anelli ha 3 onde, dette agitos, che in latino significa mi muovo. I colori degli agitos sono rosso, blu e verde (i più rappresentati nelle bandiere delle nazioni del mondo), circondati da uno sfondo bianco. Adottato nel 2003, il simbolo è stato presentato ufficialmente alla cerimonia di chiusura dei Giochi Paralimpici di Atene, nel 2004.

Le paralimpiadi comprendono anche sport che esistono solo nella versione para delle olimpiadi, come bocce e goalball.

A partire dall’edizione 2012 dei giochi paralimpici, che quell’anno si tennero a Londra, anche le guide (para atletica e para triathlon) e i piloti (para ciclismo e para triathlon) ricevono una medaglia.

storia paralimpiadi Stoke Mandeville Games

Edizioni Paralimpiadi dal 1960

  • Paralimpiadi Barcellona 1992 – IX Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Seul 1988 – VIII Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi New York 1984 – VII Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Arnhem 1980 – VI Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Toronto 1976 – V Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Tel Aviv 1968 – IV Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiad Heidelberg 1972 – III Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Tokyo 1964 – II Giochi paralimpici estivi
  • Paralimpiadi Roma 1960 – I Giochi paralimpici estivi

Paralimpiadi: criteri di ammissibilità

Ogni sport paralimpico ha il proprio sistema di classificazione, che dipende dall’impatto dell’inabilità sulle prestazioni sportive e consente il mantenimento dell’equità tra gli atleti.

Le paralimpiadi coprono 10 tipi di disabilità, che rientrano in 3 categorie principali:

  • menomazioni fisiche,
  • menomazioni visive,
  • menomazioni cognitive.

I non udenti, per esempio, non possono partecipare, ma gareggiare ai Deaflympics o addirittura alle Olimpiadi, come il pallavolista americano David Smith che faceva parte del Team USA di Tokyo.

Ai giochi paralimpici, alcuni sport per disabili sono aperti a tutti i tipi di para-atleti, mentre altri sono riservati a disabilità specifiche. Gli atleti paralimpiadi vengono valutati per stabilire se soddisfano un livello minimo di menomazione e garantire condizioni di parità.

In alcuni sport come l’atletica leggera, gli sportivi sono divisi in categorie, in base all’impatto del loro handicap sulle prestazioni e competono contro concorrenti con uno svantaggio simile. Durante la loro carriera, gli atleti possono essere riclassificati, se la loro situazione cambia.

Le specifiche dei giochi paraolimpici

In alcuni sport come l’atletica, ci sono più eventi per la stessa distanza di corsa. Ad esempio, ai Giochi di Rio, 16 uomini e 14 donne hanno vinto la medaglia d’oro nei 100 metri in tutte le categorie.

Un’altra caratteristica specifica è costituita dalla presenza di assistenti, che aiutano gli atleti che hanno disabilità visive: nella corsa è una guida, legata dal braccio o dalla mano, che l’atleta ha l’obbligo di precedere al traguardo. Nel caso dei ciclisti, sia su strada sia in pista, questi corrono con un pilota in tandem. Per i nuotatori ipovedenti, ci sono i tapper, assistenti che avvertono gli atleti con brevi colpi quando si avvicinano al bordo della piscina.

Categorie Paralimpiadi: come decifrare i nomi

T11, T38 o S10: la lettera si riferisce allo sport in generale. Ad esempio, nell’atletica la T si riferisce a pista e quindi agli eventi di corsa, la F a campo e quindi quelli di lancio. Il primo numero indica il tipo di handicap, il secondo il suo impatto sulla prestazione. Più è alto, maggiore è la mobilità funzionale dell’atleta.

Discipline Paralimpiche

Paralimpiadi: tutte le curiosità

Esiste una miriade di curiosità che riguardano i giochi paralimpici in generale, indipendentemente dalle edizioni, dalle città o dai Paesi che li ospitano.

  • Paranuoto. Nessuna protesi è consentita: gli atleti nuotano senza accessori. Ai giochi paralimpici, il paranuoto è aperto a tutti i tipi di disabilità.
  • Disabilità mentale. Sono solo tre le discipline aperte agli atleti con disabilità mentale: paratletica, paranuoto e para ping pong.
  • Bocce. La versione dei giochi paralimpici viene praticata su sedia a rotelle, da atleti la cui disabilità incide gravemente sulle funzioni motorie. Il fantino è una pallina bianca, che si chiama Jack.
  • Basket. Nel basket in carrozzina, il canestro è alla stessa altezza dei giochi olimpici, cioè 3m05. Nessuna differenza: è tutta una questione di abilità e allenamento. Nel basket in sedia a rotelle, gli atleti non possono eseguire più di due spinte con le ruote tenendo la palla sulle cosce, altrimenti equivale a un fallo. Le ruote delle carrozzine da basket sono angolate, per una facile rotazione e stabilità.
  • Tennis. Nel tennis in carrozzina, è possibile far rimbalzare la pallina due volte. Questo adattamento è dovuto alle caratteristiche specifiche dell’uso della carrozzina durante il gioco: anche se avviene fuori dal campo, il secondo rimbalzo è ritenuto valido.
  • Ping pong. Le mani non sono indispensabili per fare un servizio nel ping pong o tennis da tavolo: la prova è la performance dell’egiziano Ibrahim Hamato. Questa disciplina comprende ben 11 classificazioni di handicap.
  • Calcio e goalball. Nel calcio per non vedenti e nel goalball, la palla è riempita di campanelli, fa rumore mentre rotola in modo che i giocatori la sentano. Nel calcio per non vedenti, i giocatori indossano una maschera per garantire la totale equità tra tutti. Da quando è entrato nel programma paralimpico, il Brasile ha sempre vinto la medaglia.
  • Judo. Il para judo è riservato solo agli atleti con disabilità visive. Per sentire il loro avversario, devono essere in costante contatto con lui, tenendo il suo judogi. Il punto rosso sul kimono del judoka significa che gli atleti sono classificati B1, cioè non vedenti.
  • Equitazione. L’equitazione esiste solo nel paradressage: non c’è il salto ostacoli.
  • Pallavolo. Nella para pallavolo, i giocatori lasciano la sedia a bordo campo e si muovono sui glutei, usando la forza delle braccia.
  • Rugby. Il rugby in carrozzina si gioca al chiuso, con una palla rotonda. Il pararugby, inoltre, è uno sport misto. Alla nascita, era chiamato Murderball, a causa della brutalità degli urti tra le sedie a rotelle.
  • Tiro con l’arco. Nel tiro con l’arco in para, gli arcieri la cui disabilità non consente loro di tirare con arco ricurvo, utilizzano uno strumento che permette loro di limitare la forza necessaria per mantenere la tensione dell’arco. Quando l’handicap dell’atleta non gli consente di usare le braccia, può tirare con i piedi, come nel caso dell’americano Matt Stutzman.
  • Atletica. Nella paratletica, gli sportivi delle categorie T12 (non vedenti) possono correre con o senza guida. Gli atleti devono sempre tagliare il traguardo prima della propria guida e non viceversa. Le carrozzine da corsa possono viaggiare fino a 36 km/h. In questa disciplina, è possibile assistere a risultati che fanno impazzire i tempi olimpici, come a Rio nel 2016, dove l’algerino Abdellatif Baka vinse in 3’48”29 sui 1500m o quando il campione olimpico americano Matthew Centrowitz conquistò l’oro olimpico in 3’50”00.
  • Canoa. Ci sono due tipi di para canoa: il kayak (doppia pagaia) e la canoa, chiamata Va’a (pagaia singola).
  • Maratona. Il record mondiale della maratona in sedia a rotelle è di 1h 17’47 (detenuto dallo svizzero Marcel Hug, categoria T53-54).
  • Parabadminton e Parataekwondo. Entrambe queste discipline hanno esordito all’edizione 2021 di Tokyo dei giochi paralimpici. Nel para taekwondo, gli atleti sono disabili agli arti superiori. Ai giochi di Tokyo, solo il kyorugi è stato un evento paralimpico.
  • Ciclismo. Nel paraciclismo ci sono 4 tipi di bici: la bici classica, tandem, handbike e triciclo. Il paraciclismo è aperto agli atleti non vedenti, in tandem: la guida posta davanti è chiamata pilota.
  • Salto in lungo. Il record mondiale di salto in lungo è detenuto da Markus Rehm (T64) è di 8m62 (Campionati Europei 2021).
  • Scherma. La scherma si pratica su una sedia a rotelle, che viene immobilizzata con un apposito dispositivo di fissaggio. Poiché non possono muoversi avanti o indietro, gli atleti sono molto vicini agli avversari, garantendo così partite ad alta intensità.
  • Triathlon. Nel paratriathlon, gli sportivi con disabilità agli arti inferiori sono aiutati da persone fuori dall’acqua e in un’area di pre-transizione per continuare la performance. Nel paratriathlon, le distanze sono 750 m di nuoto in acque libere, 20 km in bicicletta e 5 km di corsa.
  • Salto in lungo. Nel salto in lungo gli atleti ipovedenti si orientano grazie alla loro guida, che batte le mani per indicare la direzione in cui saltare.
  • Sollevamento pesi .Ai giochi paralimpici, il sollevamento pesi para è praticato solo nella distensione su panca ed è chiamato parapowerlifting. I concorrenti sono misti, indipendentemente dalla disabilità, ma separati per categorie di peso.
  • Atleti paralimpiaci Italiani

    Comitato Paralimpico Internazionale IPC e Comitato Italiano Paralimpico

    Paralimpiadi: il comitato organizzatore

    Il Comitato Paralimpico Internazionale IPC e Comitato Italiano Paralimpico sono gli enti che organizzano i giochi paralimpici, sia estivi sia invernali e fungono da federazione internazionale per nove sport, per i quali dirigono e coordinano i campionati del mondo e altre competizioni.

    L’IPC si impegna a consentire agli atleti paralimpici di raggiungere il più alto livello di eccellenza sportiva e a sviluppare opportunità per tutti i disabili di partecipare allo sport, siano essi principianti o professionisti.

    Inoltre, l’IPC promuove i valori paralimpici, inclusi il coraggio, la determinazione, l’ispirazione e l’uguaglianza.

    Atleti Paralimpici italiani

    Una carrellata di biografie di Atleti Paralimpici italiani tantissime informazioni e aneddoti sulle spettacolari  imprese di questi grandi campioni dello sport per disabili.

    Paralimpiadi: la valenza dello sport per i diversamente abili

    Gli atleti con disabilità torneranno sotto i riflettori alle Paralimpiadi di Parigi, dal 28 agosto all’8 settembre 2024.

    Molti di loro testimoniano di aver fatto progressi nella vita quotidiana grazie allo sport, che è una vera palestra di vita. Alcuni triatleti, per esempio, sostengono di aver preso confidenza con la strada grazie allo sport di livello.

    Il messaggio è: se nella vita quotidiana alcuni esempi mancano, questi si ritrovano nel parasport. A testimoniarlo sono gli stessi atleti.

    Un incidente, una malattia incurabile e la vita cambia. Molti degli sportivi presenti ai giochi paralimpici hanno dovuto riapprendere tutti i gesti della vita quotidiana. Tutti i loro rituali sono stati sconvolti improvvisamente, come riassume lo schermitore Yohan Peter, paraplegico a seguito di un’operazione dalla quale poteva non risvegliarsi.

    Le storie degli atleti sono tante e tutte diverse: ci sono giocatori di rugby, per esempio, diventati paraplegici a seguito di un incidente nel pieno dei vent’anni, che hanno dovuto accettare l’idea di non potercela fare da soli all’inizio, ma oggi sono autonomi in tutto e per tutto. O quasi.

    L’handisport, com’è stato ribattezzato, accelera il recupero dell’autonomia: è un grande balzo in avanti, non solo nell’ambito sportivo ma anche nella vita personale degli atleti. Allenarsi, partecipare, magari gareggiando per la squadra del proprio Paese di origine, mantiene alto l’umore e serve a costruire massa muscolare.

    Il parasport esiste da oltre 70 anni, eppure è un settore in continua evoluzione. Una delle prime discipline a conquistare notorietà è stata il basket in carrozzina.

    Poi, ha preso il sopravvento la scherma. Questa disciplina aiuta gli sportivi a stare più dritti e a conquistare sicurezza nei movimenti quotidiani: ad esempio, nel passaggio dalla sedia a rotelle all’auto. A beneficiarne è la vita quotidiana: c’è chi, grazie all’attività sportiva, ha preso confidenza con a strada e con i vari passaggi necessari, per esempio, a portare il proprio figlio al parco.

    La pratica dello sport, insomma, consente ai paratleti di familiarizzare con l’ambiente e con i trasporti pubblici della propria città: quando escono dai centri di riabilitazione dove tutto è adattato, l’impatto con la realtà è duro.

    Video “I limiti non esistono”

    I Limiti non esistono è un Documentario prodotto da RAI sul Movimento Paralimpico Italiano.

    Francesca Pinto ha realizzato una serie di interviste ai principali atleti paralimpici protagonisti: Luca Pancalli, Martina Caironi, Daniele Cassioli, Assunta Legnante, Federico Morlacchi, Francesca Porcellato.

    Paralimpiadi: i valori

    Sono fondamentalmente 4 i valori che ispirano i Giochi Paralimpici.

    • Coraggio. Attraverso le loro esibizioni, i paratleti mostrano al mondo cosa si può ottenere quando si spinge il proprio corpo ai limiti assoluti.
    • Determinazione. I paratleti hanno caratteristiche uniche, che uniscono forza mentale, capacità fisica e agilità eccezionale, per raggiungere prestazioni sportive che ridefiniscono costantemente i limiti del possibile.
  • Ispirazione. I paratleti sfruttano al massimo le proprie capacità e abilità nell’instancabile ricerca dell’eccellenza sportiva. Sono modelli che incoraggiano e stimolano gli altri a praticare lo sport.
  • Uguaglianza. Attraverso lo sport, i paratleti sfidano gli stereotipi e trasformano le mentalità: aiutano, dunque, a promuovere l’integrazione abbattendo le barriere sociali e la discriminazione nei confronti delle persone diversamente abili.
  • Ultime notizie sulle Paralimpiadi

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *