Vela per disabili, uno sport di aggregazione

Fra le discipline Paralimpiche più giovani la vela per disabili, introdotta per la prima volta ad Atlanta nel 1996, si rivela particolarmente aggregante. Lo sport è accessibile a soggetti con amputazioni, cerebrolesioni, affetti da cecità o disabilità visiva, con lesioni spinali e non solo.

Ogni anno si tengono diverse competizioni a livello nazionale e internazionale, che richiedono l’approfondita conoscenza delle manovre, dell’utilizzo dello spinnaker, della programmazione della navigazione e dei protocolli per la sicurezza di ogni uscita in mare.

In ogni caso il mare si rivela un grande maestro di vita per tutte le persone e in particolare per chi è costretto ad affrontare ogni giorno situazioni di disagio come i ragazzi disabili. L’esperienza di navigazione in barca consente non solo di vivere esperienze molto emozionanti, ma anche di conoscere in maniera diretta le difficoltà dei compagni di navigazione.

Vela per disabili: caratteristiche principali

Parametri

Sono quattro i parametri sul quale si fonda il sistema di classificazione della vela per disabili, ovvero

  1. stabilità,
  2. funzionalità della mano,
  3. mobilità e
  4. visibilità.

Classi veliche

Attualmente le classi veliche che vengono riconosciute sono tre:

  • 2.4,
  • SKUD e
  • SONAR,

che rispettivamente prevedono l’ equipaggiamento composto da uno, due e tre elementi.

In genere le imbarcazione 2.4 e SONAR sono quelle che vengono riservate alla maggior parte dei gruppi di disabilità. Il Doppio, invece, viene appositamente concepito per gli sportivi affetti da disabilità più gravi.

L’IFDS, in stretta collaborazione con la Federazione Internazionale Vela, rappresenta l’organismo internazionale che regola questa disciplina, cresciuta moltissimo negli ultimi anni, tanto da registrare nel 2008 ben 70 nazioni. Per quanto riguarda l’Italia, al momento vengono praticate soltanto competizioni nella Classe 2.4. La categoria è in ogni caso integrata, cioè aperta a soggetti disabili e normodotati.

Bisogna comunque precisare che la 2.4 viene aperta solo a chi è affetto da handicap fisico. A tal riguardo esiste un protocollo d’intesa fra FIV e CIP che stabilisce i rispettivi ambiti di collaborazione e d’intervento. I campionati nazionali CIP si tengono assieme a quelli FIV e anche anche i disabili mentali e non vedenti possono partecipare, ma rientrano in altre classi veliche.

Vela per disabili Skipper vela

 

Quali sono i corsi per vela per disabili

Chi desidera vivere l’esperienza della navigazione potrà rivolgersi alla Lega Navale Italiana oppure frequentare uno dei corsi appositi pensati per i disabili che vengono organizzati da YCI Yacht Club Italiano, ai quali potranno iscriversi ragazzi, adulti, portatori di handicap e i rispettivi accompagnatori.

Il corso prevede l’uso delle imbarcazioni 2.4 e prevede una prima fase per poter acquisire i fondamenti di questo sport, nonché un secondo modulo grazie al quale poter perfezionare le tecniche di conduzione.

I partecipanti potranno quindi apprendere la terminologia, le conoscenze delle imbarcazioni, il corretto armamento, le manovre, i nodi di base, le partenze, le andature, il disormeggio e l’ormeggio, gli accosti, il mantenimento delle rotte e come girare una boa. Le lezioni affronteranno anche il regolamento delle regate e alla fine della formazione è prevista l’uscita in mare con una imbarcazione d’altura.

Quando si naviga è fondamentale che tutte le istruzioni e i comandi che vengono impartiti dal comandante siano ben comprensibili ed eseguiti in modo corretto da tutto l’equipaggio. Gli ordini vengono spesso urlati, per poter sovrastare il rumore del vento e delle onde, nonché al fine di superare la distanza fra i membri che compongono l’equipaggio.

Naturalmente questa disciplina consente di conoscere molte persone e quindi di socializzare continuamente, aspetto molto importante per ogni disabile. Inoltre consente di avvicinarsi alla natura, di lasciarsi alle spalle i rumori della città e quindi di immergersi completamente nella bellezza del mare.

Ecco, quindi, che arricchire il tempo delle persone disabili con la vela rappresenta una soluzione molto interessante, anche al fine di aprire nuove porte al divertimento, creando momenti comuni fra le persone che hanno specifiche necessità con quelle che possono soddisfarle.

Vela per disabili come nautica solidale

Negli ultimi tempi le iniziative aperte alle persone diversamente abili che desiderano vivere il mare sono numerose e senza barriere perchè consentono di superare ogni limite, sia fisico che mentale. I partecipanti potranno così destreggiarsi fra verricelli, boma e timone, nonché provare un piacevole senso di accoglienza nel segno dello sport dell’inclusione sociale.

Oggi la nautica solidale rappresenta una delle costanti attività che vengono promosse dalla Lega Navale Italiana. I presupposti alla base sono che i mare è per tutti, senza limiti di sesso, età, condizioni fisiche ed economiche. Vivere questa esperienza vuol dire aprire l’orizzonte a nuove opportunità e uscire dall’isolamento.

Questo è soprattutto il caso dei non vedenti che, grazie alla differente pressione del vento, possono orientarsi e affrontare delle esperienze in barca memorabili. Le iniziative che consentono ai ragazzi di avvicinarsi al mare non mancano. I progetti di natura solidale da nord a sud e che si svolgono lungo tutte le coste della penisola vengono spesso portati avanti a livello locale.

Alcune di queste attività sportive prevedono l’uso delle barche tipo Hansa 303, protagoniste del Campionato Italiano 2021 e sulle quali sono saliti già a bordo centinaia di ipovedenti, oltre che giovani con problematiche psicofisiche e autistiche, disabili di ogni età e affetti da malattie rare.

Non mancano poi progetti, come quelli che si sono svolti a Napoli, che si rivelano efficaci strumenti riabilitativi per gli assistiti nel comparto di salute mentale. Altra tipologia di attività ben strutturata è quella che si svolge a Trieste che include la barca a vela, il canottaggio e la canoa, alla quale possono prendere parte tutte le persone con disabilità in qualsiasi periodo dell’anno.

Da segnalare le iniziative della Liguria per le persone con difficoltà motorie e mentali che si pongono come finalità quella di coinvolgere anche i familiari degli iscritti, proprio per vivere giornate diverse a contatto con il mare.

Per quanto poi riguarda la sezione di Milano, questa dispone di oltre 100 imbarcazioni a vela, fra cabinati e derive, attraverso le quali poter svolgere varie attività presso l’Idroscalo e nelle zone limitrofe di Lecco.

In alcune città, quali Bigliolo, Magliano, Agnino, Cisigliana e Montecorto si possono inoltre frequentare dei corsi di vela gratuiti che vengono organizzati dalle parrocchie e si rivolgono ai ragazzi del catechismo.

Insomma la nautica solidale è in costante crescita e si spera che possa coinvolgere sempre più partecipanti con la voglia di scoprire le bellezze uniche che riserva il mare.

Vela per disabili: sport di aggregazione ed integrazione

La barca a vela è un vero “strumento” di aggregazione ed integrazione attraverso la formazione di equipaggi misti, di disabili e non.

Ogni anno si tengono molte competizioni nazionali ed internazionali di questa disciplina, che necessita la conoscenza delle manovre, l’utilizzo dello spinnaker, la programmazione della navigazione, oltre a tutte le tematiche per la sicurezza.

Le difficoltà e gli ostacoli propri della vita in barca possono diventare, così, occasioni di dialogo e comunicazione, di reciproca comprensione e di confronto tra “sportivi”.

L’esperienza della navigazione in barca a vela consente il raggiungimento di un doppio obiettivo: se da un lato viene offerta alle persone disabili la possibilità di accedere e vivere momenti ed emozioni normalmente preclusi, contemporaneamente la componente “normodotata” dell’equipaggio ha la possibilità di conoscere in maniera diretta la realtà e le difficoltà quotidiane dei propri compagni di navigazione.

Per partecipare a corsi ed eventi potete rivolgervi alla  Lega Navale Italiana oppure decidere di frequentare uno dei corsi di Vela per disabili offerti da YCI Yacht Club Italiano, un corso rivolto a tutti, adulti e ragazzi, portatori di handicap ed i loro accompagnatori.

Fasi corso di vela per disabili

  • Prima fase per l’acquisizione dei fondamenti di questo sport.
  • Seconda fase per il perfezionamento e l’acquisizioni più tecniche di conduzione.

Il Corso utilizzerà imbarcazioni della classe 2.4

Tale imbarcazione permette ai portatori di handicap di condurre una imbarcazione in sicurezza e di poter regatare alla pari con i normodotati.

skipper vela per disabili

 

ABC della navigazione – il linguaggio navale

Quando si naviga e’ fondamentale che i comandi impartiti dal comandante o skipper siano ben comprensibili e correttamente eseguiti dall’equipaggio.

In barca gli ordini si urlano, perché il rumore delle onde e del vento e la distanza tra i membri dell’equipaggio impedirebbero altrimenti la comprensione.
Spesso gli ordini sono preceduti dal comando di preparazione: Pronti!

La barca

  • La parte anteriore della barca si chiama prua, la parte posteriore poppa
  • Destra si dice dritta, la sinistra si dice sinistra
  • La parte dell’imbarcazione rivolta al vento e’ detta sopravento
  • La parte opposta sottovento
  • La parte immersa dello scafo e’ chiamata opera viva
  • La parte emersa opera morta
  • La copertura superiore dell’imbarcazione si chiama coperta a zona
  • La poppa dove trova posto l’equipaggio si chiama pozzetto
  • La deriva e’ una pinna che evita lo scarroccio all’imbarcazione

Le vele

  • L’albero ha la funzione di sostenere le vele.
  • L’albero e’ sostenuto dalle manovre fisse o dormienti che sono generalmente cavi metallici .
  • All’albero sono issate le vele.
  • La vela anteriore e’ detta fiocco, la vela posteriore e’ detta randa.

Nodi nautici

L’ormeggio così come la maggior parte delle attività svolte in barca a vela coinvolgono cime e’ fondamentale quindi conoscere bene i nodi.

I nodi principali sono:

  • Nodo parlato
  • Savoia
  • Gassa d’amante
  • Nodo piano
  • Nodo di bozza

Libri vela per disabili

  1. Nessuno resti a terra. Una storia di mare, vela e solidarietà Giovanna Caratelli
  2. Una vela diversa. Storie, interviste, racconti di vela e diversa abilità, Elisabetta Bigagli
  3. Due ruote sull’oceano, Andrea Stella

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Un commento

  1. Buongiorno mia figlia ha l’atassia di Fredreich ed e’ Non vedente .. potrebbe fare un corso di barca a vela ? E se e’ Si in Sicilia e’ Possibile ?
    Grazie mille
    Mariella Asaro

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