Il Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio tutela una significativa porzione di territorio collinare bolognese che si estende in prossimità del centro di Monteveglio.
L’intervento dell’uomo è stato abbastanza incisivo, l’agricoltura ha tolto terreno ai boschi, lasciando spazio solo a quelli necessari per la raccolta del legname; alberi da frutto in filare, vigneti e prati contribuiscono comunque a mantenere la biodiversità dell’area e risultano molto utili per le attività didattiche. È principalmente sui versanti ripidi o sulle pareti esposte a nord che si trovano i boschi pur essendo spesso interrotti a causa della transizione dal terreno marnoso a quello argilloso dei calanchi che non permette alle piante di mettere radice in maniera stabile. Sui versanti esposti al sole crescono querceti a roverella, ai margini dei quali si incontrano ampie aree animate dal fiorire delle orchidee. Gran parte del parco è caratterizzata dai calanchi, qui la vegetazione è rada e discontinua a causa del suolo poco umido e ad alta concentrazione salina: tra le specie più caratteristiche figurano l’astro spillo d’oro, che in estate mette in mostra le graziose corolle giallo pallido e la gramigna selvatica, dalle vistose macchie di fiori rosso-violacei.
Osservando con attenzione è facile scorgere le tracce e le orme di tanti piccoli e grandi animali che frequentano queste zone: un po’ ovunque si trova il riccio, mentre scoiattolo, ghiro, moscardino e arvicola rossastra sono più frequenti nelle aree boscate, dove si nascondono tra le zone ombrose e fresche del sottobosco o tra le cime degli alberi. Tra le specie di taglia più grossa la volpe, il tasso, la donnola e la faina che si sono col tempo abituate alla convivenza con l’uomo. Negli ultimi anni hanno fatto la loro ricomparsa anche il capriolo e il cinghiale. L’ambiente presenta condizioni favorevoli anche per lo sviluppo di numerose specie di uccelli, soprattutto passeriformi. Non è raro passeggiando nei boschi udire “bussare”, ma non preoccupatevi, nel parco nessuna porta regola l’accesso, è solo il picchio alla ricerca di cibo o di una compagna. Sono comuni galliformi come il fagiano e la quaglia. Tra i rapaci invece si segnalano il piccolo gheppio e la regale poiana.
Il territorio è importante anche per i numerosi rinvenimenti archeologici, tanto del periodo preistorico quanto di quello etrusco. Al borgo di Monteveglio Alta si accede attraverso ciò che resta dell’imponente castello trecentesco: una porta ad arco, che mostra ancora le tracce di un ponte levatoio, e una massiccia torre castellana, entrambe sormontate da merlature a coda di rondine. Una stradina, fiancheggiata da antiche case con giardini e orti recintati, conduce in leggera salita al complesso dell’Abbazia di Santa Maria Assunta. Interessante anche una visita alla Villa Palazzo settecentesca, in stile neoclassico, costruita dai bolognesi conti Agucchi come residenza estiva; davanti all’edificio si apre anche un bel parco all’inglese mentre alle sue spalle si schiude un querceto.