Parco alpino per eccellenza, il Parco Naturale Alta Valsesia presenta l’ambiente tipico dell’alta montagna, dominato dal massiccio del Monte Rosa che arriva fino ai 4.559 metri della Punta Gnifetti. Comprende tre valli: la Valgrande, la Val Sermenza e la Val Mastellone.
Solo nella Val Mastellone, dove il clima è più umido e l’altitudine meno marcata, si trovano estesi boschi di querce e faggi. Nelle zone restanti sono pochi i boschi di latifoglie, la specie dominante è il larice, unica essenza “attrezzata” per sopravvivere tra le asprezze dell’ambiente montano. Alto fino a 40 metri, ha una chioma aperta e rada che lascia filtrare i raggi del sole permettendo la crescita di un fitto sottobosco, composto principalmente di succosi mirtilli e regali rododendri.
Le valli ripide e strette ospitano comunque una fauna ricca: il capriolo, lo stambecco e soprattutto il camoscio. Vi sono discrete presenze dei mammiferi alpini che hanno nella marmotta il più appariscente degli esemplari. Nelle ore più calde del giorno, alzando gli occhi al cielo, è possibile avvistare l’aquila reale volteggiare spavalda e fiera. Da segnalare anche la presenza del gallo forcello, della pernice bianca, della coturnice e della ghiandaia, quest’ultimo curioso uccello riesce ad imitare con facilità il verso degli altri uccelli.
Il Parco è frequentabile in qualsiasi stagione, ma le escursioni si possono svolgere con profitto solo in primavera e in estate; nelle stagioni fredde, infatti, la neve ricopre la maggior parte della superficie dell’area. Di particolare interesse il “sentiero glaciologico”, nella località di Alagna, allestito di fronte al maestoso ghiacciaio del Monte Rosa. Il bellissimo sentiero, privo di difficoltà, rappresenta una passeggiata ideale per ammirare la varietà del bosco, i prati coltivati e gli antichi nuclei abitativi. Unico del genere in Italia, consente di vedere ed apprendere la storia dei ghiacciai della zona in modo semplice ed efficace grazie a una serie di tabelloni illustrativi posizionati lungo tutto il percorso.
Anche questo territorio ostile è stato colonizzato dall’uomo: a partire dal XIII secolo, nell’Alta Valsesia hanno cominciato a stabilirsi popolazioni di origine germanica, i Walzer. Il loro nome sembrerebbe derivare dal territorio di provenienza, cioè il Vallese da cui il nome “walliser”, poi contratto in “walser”. Specialisti nella colonizzazione dei territori ad alte quote, portarono con loro lingua e tradizioni germaniche. Grazie all’applicazione del diritto vallesano ed alle rigide usanze, costituirono un nucleo unitario capace di resistere per quasi sette secoli alla mescolanza con il resto della popolazione della Valsesia. In alcune zone, ancora oggi, si parla la lingua walser (il “titsch”) . Un piccolo manipolo di uomini e donne resistono ancora oggi, anche se l’avversario con cui confrontarsi non è più l’aspro ambiente montano ma il progresso.
Il Parco offre a studenti e insegnanti la possibilità di utilizzare il territorio come un “laboratorio all’aria aperta”, dove si possono compiere esperienze interdisciplinari tra studio, ricerca e attività fisica, favorendo la conoscenza del mondo naturale, oltre che un arricchimento personale.