Ex riserva di caccia della nobiltà parmense, il Parco naturale Regionale dei Boschi di Carrega è il primo parco istituito in Emilia Romagna. Situato sui terrazzi fluviali del fiume Taro e del torrente Baganza è ricoperto per oltre metà della superficie da boschi.
Buona parte della copertura vegetale é costituita da castagneti impiantati nei primi decenni del secolo scorso, quando la farina di castagne era ancora un elemento importante dell’alimentazione umana. Per i duchi i castagneti erano una fonte di reddito non indifferente, i frutti e il legno venivano venduti mentre le foglie erano adoperate per il bestiame. Successivamente queste piante sono state colpite da malattie ed ora quelle rimaste sono principalmente usate per la raccolta del legname. Il resto della copertura vegetale è costituito principalmente da faggi che, stranamente, si sono diffusi anche a quote più basse di quelle normalmente necessarie e querce, tra queste ultime soprattutto il cerro e la rovere. Questo fenomeno è conseguenza diretta della presenza di numerosi corsi d’acqua che segnano i terrazzi sui quali si estende il Parco. Il sottobosco risplende di odorosissimi fiori sul finire dell’inverno, quando le gemme degli alberi non sono ancora pronte a schiudersi e il sole riesce a penetrare tra le fronde riscaldando il suolo: primule, ellebori, scilla e nivei campanellini. Quando i giorni si fanno piú lunghi compaiono crochi, viole, erba trinità, dente di cane e polmonaria. L’alternarsi di pianure e boschi misti di latifoglie e conifere creano, inoltre, un habitat ideale per diverse varietà di funghi che svolgono la vitale funzione di creazione dell’humus. In un bosco la presenza abbondante dei funghi è indice di un buono stato di salute. Il paesaggio vegetale è stato profondamente modificato dall’uomo, sia con immissioni di specie arboree che con la sistemazione di quelle esistenti.
Agli inizi dell’Ottocento, per opera del giardiniere di corte di Maria Luigia, Carlo Barvitius, cominciarono i lavori per la creazione di un parco all’inglese, con immissione di molte specie esotiche e la creazione di laghetti artificiali. Oggi questo “parco nel parco” è un motivo di attrazione, integrandosi perfettamente nello scenario pedecollinare dell’area protetta. Gli animali più rappresentativi sono il capriolo e il cinghiale, sono molti diffusi i piccoli roditori, oltre a tassi, donnole, faine e volpi. La varietà degli ambienti boscosi favorisce la presenza di numerose specie di uccelli: dal picchio all’allocco, dalla tortora e i pettirossi al torcicollo e all’averla piccola, fino a due predatori come lo sparviere e il lodolaio. Nei numerosi laghetti artificiali stazionano alcuni uccelli acquatici come nitticora, garzetta, airone cenerino e varie specie di anatre. Consistente è la popolazione di anfibi e rettili, tra i quali si segnala la testuggine palustre.