Il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina si estende nel territorio del preappenino modenese, aprendosi verso la pianura padana. Il paesaggio è prevalentemente collinare, anche se non mancano formazioni di rocce arenarie anche molto alte con pareti a picco, che conferiscono movimento e spettacolarità all’intero panorama.
Nel mosaico della vegetazione si alternano specie tipiche delle rupi e dei calanchi, boscaglie di roverella, prati, boschi umidi e freschi; ciliegi, vigne e castagni da frutto contrassegnano l’area dove la presenza umana è stata più incisiva. Dal punto di vista faunistico sono gli uccelli a costituire l’elemento di principale attrazione, soprattutto quelli che frequentano gli ambienti rupicoli. Le ripide pareti dei torrioni di arenaria sono le dimore di rapaci come il falco pellegrino e il gheppio. Tra i mammiferi di piccola taglia troviamo scoiattoli e ghiri, tra quelli di media grandezza donnola, faina e tasso. Da poco, dopo un lungo periodo di assenza, sono tornati a popolare queste zone anche l’istrice e il capriolo.
Grazie alla conformazione collinare il territorio ha sempre presentato condizioni ottimali per gli insediamenti umani; qui l’uomo ha imparato a convivere amabilmente con gli elementi naturali ed ecco perché tutta l’area è oggi molto interessante anche dal punto di vista storico e architettonico. Alcuni piccoli borghi sono sopravvissuti indenni all’avanzata del progresso, mentre risultano molto affascinanti i resti di antiche fortificazioni medievali. Particolarmente suggestive le case-torri: costruite nella seconda metà del Trecento si configuravano contemporaneamente come edifici rurali, abitazioni e fortificazioni, dovendo rispondere a molteplici esigenze. Nel Parco begli esempi di queste costruzioni massicce ed essenziali si trovano a Pugnano, a la Grilla e all’entrata del borgo di Samone Poggiolino; pur se rimaneggiate nel tempo, conservano ancora antichi portali e le tipiche finestrelle in arenaria a sesto acuto. Lo stretto legame tra uomo e territorio é confermato anche dal perdurare di alcuni metodi tradizionali di coltivazione, come testimonia soprattutto la presenza diffusa del castagno.
Grotte, doline e inghiottitoi rendono degno di attenzione il Parco anche dal punto di vista geologico; qui trova un habitat favorevole il geotritone, anfibio dell’ordine degli urodali dalla biologia ancora poco conosciuta. Nel 2004 è stata posta nel Parco una rosa dei venti denominata la Rosa sul Sasso, costruita in arenaria con la finalità di informare i visitatori sulle condizioni di visibilità del punto più panoramico del Parco.