Grazie ad una collocazione geografica particolare il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, primo Parco Regionale d’Italia, presenta una notevole varietà floristica e faunistica.
Il paesaggio varia dalla montagna, alla collina, alla pianura. Presenza significativa è quella del fiume Ticino con la sua vallata che rappresenta ben il 40% dell”intero territorio protetto. Questa è anche la parte più interessante, sia dal punto di vista naturalistico, per la ricca vegetazione idrofila, sia dal punto di vista economico essendo molto sviluppata l’agricoltura. Il clima caldo umido e la ricchezza di acque irrigue sono tra le condizioni fisiche e ambientali che hanno favorito la coltivazione del riso nell’area del vercellese, novarese e Lomellina. Proprio le acque del Ticino hanno permesso che la risicoltura diventasse l’attività principale della zona.
La superficie protetta è caratterizzata dalla forte presenza di boschi, in gran parte costituiti dalla quercia, dal nocciolo, dal biancospino, dal gelso e dai pioppeti. Tutta l’area ha conosciuto da sempre una forte antropizzazione e non sempre la presenza umana ha saputo essere discreta e rispettosa dell’ambiente naturale; se a volte è riuscita ad apportare interventi migliorativi come per le marcite, nella maggior parte dei casi ha distrutto molte risorse, soprattutto quelle boschive. Oggi la missione del Parco è proprio quella di promuovere lo sviluppo economico del territorio ma nell’ottica della sostenibilità.
Nel Parco del Ticino vivono stabilmente 48 specie di mammiferi. I carnivori, dopo la scomparsa del lupo e della martora, sono rappresentati da volpe, tasso, donnola, puzzola e faina. Nel corso del ciclo annuale sono presenti nel territorio del parco ben 246 specie diverse di uccelli. Quelle di cui è stata accertata la nidificazione durante l’ultimo secolo sono 107. Gli uccelli acquatici costituiscono le specie più numerose e rappresentative: garzette, nitticore, sgarze col ciuffo, aironi rossi e aironi cenerini frequentano sia le lanche che le risaie e hanno insediato colonie numerose e in costante espansione. Non mancano il martin pescatore, il gruccione, la gallinella d’acqua, lo svasso, la folaga. In ogni stagione è possibile ammirare splendide e variopinte farfalle che volteggiano tra i fiori; meraviglioso perdersi seguendo con lo sguardo la loro danza.
Il fiume da sempre ha rappresentato un confine naturale e, al contempo, uno snodo essenziale tra regni, nazioni, popoli e civiltà differenti. A testimoniarlo, oggi restano i numerosi castelli, i manieri, le torri di avvistamento, le fortificazioni, disseminate lungo tutto il suo corso; molte di queste sono ben conservate, altre invece hanno conosciuto talmente tanti rimaneggiamenti da snaturarsi e perdere la loro fisionomia originale. Va ricordato il castello di Vigevano, considerata una delle opere fortificate più importanti d’Italia. Nel Parco si trovano anche diversi monasteri e abbazie, dotati di edifici imponenti. Ad Arsago Seprio è ubicata la chiesa di San Vittore; il battistero che risale al XII secolo, è uno degli edifici religiosi più importanti nell’area settentrionale del parco. I complessi abbaziali più prestigiosi sono quelli di Bernate Ticino e di Moribondo. Due i santuari del territorio: la Madonna della Ghianda di Somma Lombardo e la Madonna delle Grazie nella frazione Bozzole di Garlasco, entrambi costruiti su luoghi di apparizioni o per documentare eventi miracolosi.