Posto nel settore nord occidentale della capitale, alle spalle del Foro Italico, il Parco di Monte Mario costituisce un vero e proprio “corridoio verde” all’interno della città, in grado di collegare il sistema ambientale del Tevere con le grandi aree extraurbane.
Rilievo più imponente del sistema dei colli conosciuto come Monti della Farnesina, il colle domina la capitale regalando ai visitatori splendidi viste sulla città, sui colli e sul Tevere. Dal punto di vista naturalistico Monte Mario rappresenta un importante mosaico di diversità biologica, ancora più rilevante in quanto immerso nel contesto di una grande metropoli.
Rilievo arenaceo di 139 m di quota, Monte Mario presenta una varietà vegetazionale che muta in funzione dell’altitudine e della presenza umana. Alle quote più basse si incontra il bosco di natura antropica costituito essenzialmente da pino domestico e pino marittimo misti a robinie nordamericane e cipressi. Queste specie sono frutto della presenza umana che già a partire dal XV secolo si insediò lungo i pendii e iniziò a mutarne progressivamente il paesaggio.
Dove non è giunta l’azione dell’uomo il paesaggio è caratterizzato dalla tipica vegetazione mediterranea che annovera lecci e sughere, alloro e viburno misti a lentisco ed erica arborea.
Lungo i versanti ad esposizione più fresca, sono le essenze tipiche del bosco misto a farla da padrone: carpino nero, albero di Giuda, acero campestre, roverella, corniolo e nocciolo sono facilmente riconoscibili inoltrandosi alle quote più elevate. Degno di segnalazione è l’unico esempio cittadino di macchia a carpino orientale sulle pareti esposte ad est, visibile percorrendo il ripido viale che conduce all’Osservatorio Astronomico.
Le zone umide di impluvio costituiscono, invece, l’habitat ideale per la vegetazione igrofila che vede nel pioppo e nel salice bianco i massimi esponenti. Particolarmente suggestiva, nella tarda primavera, è la fioritura dei ginestretti che con il loro giallo intenso segnano il limite del bosco e colorano gli spazi aperti.
La particolare posizione dell’area protetta, posta all’interno di un contesto urbano fortemente antropizzato, ha determinato inevitabili effetti negativi sulla presenza della fauna originale. Oggi i principali “inquilini” del parco sono rappresentati da roditori tra cui moscardino, topolino delle case e topo selvatico e da uccelli come pettirosso, merlo, codibugnolo, verdone, cardellino, taccola e storno.
Entro i confini del Parco sono racchiuse alcune significative risorse culturali, tra cui le ville storiche Mozzanti e Mellini, sede, quest’ultima del celebre Osservatorio astronomico.